
Anche Loro Piana è andato agli stranieri. A quelli di LVMH per una somma abbastanza ridicola: solo 2 miliardi di euro.
E allora? Oggi servono soldi e management per competere, e non c’è posto per tutti. Sopratutto ne servono per presidiare tutti i mercati interessanti.
D’altra parte è avvenuto lo stesso in altri settori dove di soldi ne servono tanti: nell’aviazione, dove i competitor sono solo due, in pratica, (Airbus e Boeing), nel farmaceutico, dove i grandi player sono meno di dieci, e come avverrà in ogni settore dove la presenza è globale, dove servono grandi capitali per ricerca, design, innovazione, comunicazione e pubblicità.
E in questo le nostre aziende, anche se con grandi prodotti, non hanno nessuna possibilità di emergere: troppo piccole, poco capitalizzate, dominate da un padrone o da una famiglia, senza manager, senza ricambio generazionale, insomma con tutti i parametri di base sbagliati per poter sopravvivere nel nuovo scenario.
L’Italia si avvia a un declino inesorabile, con una sola possibilità residuale: essere incubatore di nuove aziende che poi dovranno essere cedute visto che non formiamo manager capaci di sostenere una sfida, ma al massimo buoni esecutori, e non avremo mai una struttura finanziaria che possa pompare capitale di rischio per far crescere le aziende alle dimensioni adeguate.
Perciò il pianto greco sulle aziende andate allo straniero è inutile come piangere sul latte versato e sulla verginità perduta.